BADOLATO NEWS

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Regione Calabria consegna illecitamente ad un malavitoso il fascicolo aziendale delle vittime senza la loro autorizzazione
27/06/2025
E’ notizia di oggi che su istanza degli avvocati dei baroni Gallelli di Badolato, l’impiegata della Regione Calabria MARIA INNOCENTE, con protocollo n. 159102 del 12 aprile 2019 informava in ritardo il Dr. Ettore Gallelli di Badolato circa la richiesta di accesso agli atti inoltrata dal malavitoso FRANCESCO LAROCCA (SUO ESTORTORE), il quale invece già il 15 marzo 2018 aveva chiesto e ottenuto la visione dei documenti delle vittime, in violazione della legge sulla privacy (cioè quasi un anno prima). Dunque l'impiegata MARIA INNOCENTE (stipendiata con soldi pubblici) dopo quasi un anno dalla consegna del detto fascicolo aziendale GALLELLI al malavitoso FRANCESCO LAROCCA (condannato in cassazione proprio per estorsione nei confronti dei baroni Gallelli), solo in data 12 APRILE 2019 informava i baroni di Badolato circa la richiesta di visione del loro fascicolo aziendale da parte del loro estortore, senza quindi dare loro alcuna possibilità di impedirne la visione. Cioè prima la Regione Calabria consegna “le pecore al lupo” e poi dopo quasi un anno chiede il permesso al “pastore”. Detto fascicolo era stato chiesto a scopo difensivo dall' avv. Salvatore Staiano (legale del malavitoso FRANCESCO LAROCCA) che i giornali https://www.lacnews24.it/cronaca/inchiesta-salerno-salvatore-staiano-giuseppe-valea_167603/ https://www.iacchite.blog/catanzaro-il-pentito-mantella-lavvocato-staiano-e-il-gancio-dei-grande-aracri-con-i-magistrati-corrotti/ scrivono essere al centro di diverse accuse per tentata corruzione di alcuni magistrati calabresi, al fine di ottenere sconti di pena per i propri assistiti appartenenti alla ‘ndrangheta. Nel 2022, la Procura di Salerno ha chiesto l’archiviazione delle accuse nei suoi confronti, ritenendo insufficienti le prove per sostenere l’accusa . C'é da chiedersi quale documento credeva di trovare l'avv. SALVATORE STAIANO all'interno del fascicolo aziendale dell'azienda dei baroni Gallelli di Badolato (vittime del suo assistito)? Forse un documento con sopra scritto: FRANCESCO LAROCCA è innocente? Vale la pena di ricordare che l'avv. SALVATORE STAIANO è il penalista già difensore del clan di ‘ndrangheta Gallelli macineju operante in Badolato, e nuovamente difensore del geomentra malavitoso FRANCESCO LAROCCA (quest'ultimo infatti condannato a 4 anni di reclusione in via definitiva proprio per estorsione nei confronti dei baroni di Badolato, nonchè fratello del genero del Boss Gallelli-macineru, anch'egli detenuto proprio per n'drangheta) il quale grazie all' avv. SALVATORE STAIANO, otteneva impunemente la visione del detto fascicolo aziendale (in violazione della legge sulla privacy) con richiesta del 15 marzo 2018. In conclusione grazie alla collaborazione degli impiegati DOMENICO MODAFFARI e MARIA INNOCENTE (stipendiati con soldi pubblici) un malavitoso estortore, imparentato con un boss di 'ndrangheta, riusciva a mettere le mani sui carteggi e su tutti i dati sensibili dell'azienda delle sue vittime, compresi i permessi e le concessioni relative ai pozzi d'acqua, alla piscina, ai contributi europei percepiti negli anni per le loro varie attività agricole. Dal detto faldone sparivano inoltre i disegni dei gabbioni in pietra sui quali nel 2007 è stata costruita e autorizzata a Badolato la sala dell'agriturismo della tenuta di Pietranera, di proprietà dei baroni Gallelli. Successivamente il malavitoso FRANCESCO LAROCCA, venuto a conoscenza dei carteggi, si attivava con segnalazini strumentali, esposti presso ARCEA, l'ASL, l'ASP, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Calabria, e altri enti, strumentalizzando dunque a suo uso e consumo la pubblica amministrazione contro i baroni di Badolato, come provano tutte le denunce che nei mesi successivi gli avvocati dei Gallelli di Badolato hanno depositato nelle opportune, sedi, legali, competenti, proprio nei confronti del LAROCCA e altri membri riconducibili al clan di ‘ndrangheta Gallelli-macineju (rei di attuare un nuovo disegno criminoso che rientra nella tipica mentalità mafiosa della rappresaglia, a seguito delle condanne subite in primo grado dalla giustizia). Nella copia di accesso agli atti del faldone Gallelli, si legge inoltre che i dipendenti Domenico Modaffari, Maria Innocente e Curcio, scrivevano che la consegna dei faldoni Gallelli, è avvenuta senza essere accompagnata da un elenco di consegne, ma da faldoni anonimi senza nessuna indicazione, e solo grazie alla caparbietà del sig. Catanzariti, che approfondendo la ricerca anche in archivio presso la fondazione TERINA, in data 8 febbraio 2019 veniva individuato il faldone Gallelli e si avviava la procedura di accesso agli atti, per accontentare la richiesta del malavitoso FRANCESCO LAROCCA. Dopo la consegna dei carteggi in questione al Francesco Larocca, la Regione Calabria (a firma del dirigente ing. Salvatore Siviglia) non solo sospendeva ai baroni di Badolato tutti i contributi europei (inclusa la PAC sul loro storico e rinomato olio extravergine di oliva), ma chiedeva inoltre la restituzione dell’intero contributo sulla forestazione, pari a quasi un milione di euro, giustificando tale richiesta col fatto che oltre il 20% delle piante di forestazione messe sui loro terreni, erano andate perite a causa di incendi dolosi e siccità (come se il dolo della locale criminalità organizzata, unitamente alla naturale siccità dei luoghi, fosse invece responsabilità degli stessi baroni Gallelli di Badolato); calamità che inoltre i tecnici degli stessi baroni avevano già segnalato alla Regione Calabria a suo tempo, la quale per tali motivi di causa forza maggiore aveva già ridotto progressivamente il contributo comunitario loro spettante. Azione per la quale i baroni di Badolato hanno fatto causa alla Regione Calabria. Fonte: denuncia penale alla Procura della Repubblica. Fonte: segnalazione Presidenza del Consiglio dei Ministri. Fonte: segnalazione alla Commissione Parlamentare Antimafia. Fonte: causa civile.

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