L'Italia che sa reagire: va sotto, poi ribalta l'Albania 16/06/2024 (Alessandro Bocci, inviato a Dortmund) I dubbi e i tormenti della vigilia si sciolgono nella notte, prima spaventosa e poi dolce, del Westfalen stadion. L’Italia c’è. Solo una squadra con l’anima, il gioco, una precisa identità e una buona dose di coraggio riesce a tirarsi fuori dalla situazione in cui si caccia dopo neppure un minuto. Lo spavento iniziale serve, eccome. Una scarica di adrenalina che anziché piegarci, ci esalta. La prima vittoria è in rimonta. L’Albania è tenera, soprattutto a centrocampo e bisogna essere cauti nei giudizi, lasciarsi prendere dall’euforia sarebbe un grave errore. Ma l’istantanea e rabbiosa reazione degli azzurri è una bella base di partenza. Ci vuole un fisico bestiale per rimettersi in piedi dopo lo choc iniziale. L’Italia va sotto nel giro di appena ventitré secondi per una rimessa scellerata di Dimarco verso la propria area, uno di quei cali di tensione che Spalletti prova a combattere con tutte le sue forze in allenamento. Bajrami controlla bene il pallone, anticipa Bastoni e fulmina Donnarumma. Il gol più veloce nella storia dell’Europeo. Quello che ci riempie la testa di cattivi pensieri. Il c.t. è ammutolito davanti alla sua panchina. Lo stadio pieno zeppo di albanesi, 100 mila arrivati a Dortmund, la metà vestiti di rosso dentro lo stadio, sembra un viaggio all’inferno.
E invece l’Italia si rimette in piedi. La reazione è da squadra matura. Due reti nel giro di cinque minuti, il pareggio di Bastoni a coronamento di uno schema provato in allenamento, il raddoppio di Barella, per fortuna recuperato, favorito da Dimarco e benedetto dalla Var. La Nazio-Inter, sotto gli occhi compiaciuti del presidente Marotta, funziona. Non c’è più storia, almeno nel primo tempo. L’Italia ha energia, ritmo, idee chiare, qualità nel palleggio. Oltre alle reti, un palo di Frattesi, un salvataggio in scivolata di Djimsiti, due parate di Strakosha. Un dominio assoluto.
Ma ci sono gli interrogativi, cose da sistemare prima dell’esame cruciale con la Spagna che dirà, sino in fondo, di che pasta siamo fatti. L’errore iniziale è grave e anche la mancanza di cinismo, difetto che l’allenatore aveva già riscontrato con la Bosnia e che puntualmente si ripresenta anche qui. Le partite vanno chiuse quando capita l’occasione. Altrimenti si rischia la beffa. Manaj, entrato dalla panchina, ha l’occasione di beffarci proprio al novantesimo e l’Italia si salva grazie alla provvidenziale uscita Donnarumma. Spalletti azzecca le mosse. Il c.t. sceglie il 4-2-3-1 mobile con Calafiori appena alla terza partita, la seconda da titolare, che si alza in continuazione con la sicurezza del veterano. Frattesi, sistemato nel cuore del tridente dietro Scamacca, si abbassa per aumentare la densità in mezzo al campo. Chiesa, che nelle amichevoli aveva stentato, si esibisce in scatti brucianti, Pellegrini impreziosisce la manovra, Barella è dappertutto. L’Albania passa dall’entusiasmo alla depressione. Il centrocampo tecnico con Asllani e Ramadani viene soppiantato dal dinamismo azzurro. Nella ripresa l’azione dell’Italia è meno arrembante, più ragionata, anche più compassata. Il pallone ce l’abbiamo sempre noi, ma il palleggio a volte è troppo orizzontale e le occasioni diminuiscono drasticamente. Un tiro di Chiesa a girare dopo un’ora, una conclusione forte ma centrale di Dimarco alla fine di una bella percussione. A un certo punto mostriamo segni di stanchezza. Spalletti inserisce Cristante per dare sostanza al centrocampo e toglie Chiesa e Scamacca, un po’ spremuti e di conseguenza meno lucidi. Il finale è un po’ tirato, ma alla fine i tre punti sono nostri e ci avvicinano sensibilmente agli ottavi. Ora però non bisogna fermarsi qui.
Fonte: https://www.corriere.it/sport/calcio/europei/diretta-live/24_giugno_15/italia-albania-euro-2024-diretta-formazioni-risultato.shtml