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Il sindaco di Santa Caterina Francesco Severino chiede tasse anche su case fantasma
22/10/2022
Vabene che c’è la guerra in Ucraina, vabene che è aumentato il prezzo del gas, vabene che è necessario far cassa, ma quello che è successo a Santa Caterina dello Ionio ha dell’incredibile. Ancora una volta protagonista il sindaco Francesco Severino e i baroni Gallelli di Badolato, i quali si sono infatti visti recapitare dall’ufficio tecnico del comune di Santa Caterina il pagamento di tasse relative ad una casa fantasma, ovvero che non è di loro proprietà. Nonostante i baroni, attraverso il loro legale abbiano fornito prove indubitabili sull’esistenza dell’immobile nel loro asse patrimoniale, il comune continua ottusamente a chiedere il pagamento delle tasse, cosa che finirà con una causa con richiesta di risarcimento danni da parte dei baroni di Badolato ad un ente pubblico. L’ennesimo errore di impiegati stipendiati con soldi pubblici, che con le loro condotte danneggiano la collettività. Sempre il sindaco Severino chiedeva ai baroni di Badolato 50.000.00 euro per diffamazione (a suo dire), quando in qualità di Presidente dell’Unione di Comuni del Versante Ionico, un suo subalterno, inviava ai baroni Gallelli continue cartelle pazze, con cifre tutte sballate. Quest’ultima vicenda ebbe inizio il 2 aprile 2022 scorso con la ricezione da parte del protocollo dell’Unione della pec con cui il barone Gallelli comunicava all’ente di aver presentato alla Procura della Repubblica di Catanzaro una denuncia per abuso di ufficio e stalking nei confronti del dipendente Vincenzo Larocca, il quale in qualità di responsabile del servizio tributi (senza essere in possesso di alcun tipo di laurea, men che meno in economia e commercio o gestione d’impresa) inviava al barone di Badolato «diverse cartelle pazze, con cifre che si aggiravano ogni volta dalle 8mila alle 13mila euro, relative a presunte tasse sulla Tari e sull’acqua, senza criterio di calcolo, e come se non bastasse alcune delle quali notoriamente prescritte». Con la stessa pec, il barone Gallelli chiedeva contestualmente di conoscere i criteri di calcolo coi quali venivano determinate le tasse, e i provvedimenti che l’ente intendeva adottare al riguardo (senza però ricevere risposta). Infine con una spesa di euro 900 più le parcelle dei commercialisti, i baroni di Badolato in data 11.04.2022 vincevano il ricorso tributario proprio su alcune “cartelle pazze” emanate dall’Unione dei Comuni del Versante Ionico, il quale nemmeno rimborsava le ingiuste spese sostenute dai baroni. In conclusione l’ente di fatto emette tutte le cartelle che vuole, senza però risarcire gli errori di calcolo, e quindi i ricorsi tributario persi, generando così un grave danno alle tasche dei contribuenti. Vale infine la pena di riflettere sul fatto che il Vincenzo Larocca (responsabile tributi di codesto ente) è genero del boss d’ndrangheta Vincenzo Gallelli-macineju, attualmente recluso, nonchè fratello del geometra Francesco Larocca (quest’ultimo paradossalmente impiegato presso la Regione Calabria, e condannato insieme ad altri in primo e secondo grado proprio per estorsione nei confronti dei baroni Gallelli, alla luce dell’operazione Pietranera del 07.12.2017 a firma del Procutratore Nicola Gratteri). Veduta la singolarità della vicenda, la stessa è stata nuovamente segnalata a: - Presidenza della Repubblica Italiana. - Presidenza del Consiglio dei Ministri. - Ministero dell’Interno -Presidenza della Regione Calabria -Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Procura della Repubblica. Fonte: atti legali.

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