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Il presidente dell’Unione dei Comuni del Versante Ionico Francesco Severino non si presenta alla mediazione da lui chiesta
20/10/2022
Come si legge nel verbale n. 119-2022 emesso ieri 19 ottobre 2022 dall’Istituto di Mediazione, in largo Fratelli Bandiera n. 11 in Davoli, a firma dell’avvocato mediatore Luca Procopio, Francesco Severino Presidente dell’Unione dei Comuni del Versante Ionico, dopo aver chiesto al barone Gallelli un risarcimento di 50.000.00 per presunta diffamazione in merito all’art. https://www.cronacadibadolato.it/isca-io-vittima-di-abuso-dufficio-e-stalking-gallelli-denuncia-dirigente-dellunione-dei-comuni/n/2022-04-15 e dopo quindi averlo citato all’Istituto di Mediazione, paradossalmente non si presentava al detto incontro ai sensi di legge, così come neppure si presentava il suo legale rappresentante avv. Giovanni Caridi, il quale a sua volta delegava l’avvocato Francesca Guido del medesimo studio, la quale a sua volta nemmeno si presentava fisicamente in quella sede, limitandosi infatti a comparire in una ridicola videoconferenza presumibilmente dallo studio Caridi (che si trova infatti a Soverato, ovvero ad appena 3 km di distanza da Davoli, e non certo in Giappone). Al contrario invece il barone Gallelli e il suo avvocato entravano fisicamente nella sede dell’Istituto di Mediazione a Davoli alle ore 18.00 esatte, come testimonia lo stesso avvocato mediatore Luca Procopio. Alcuni potrebbero osservare che non recarsi ad un’appuntamento presso un mediatore (dopo averlo chiesto), è come non recarsi ad un duello dopo aver lanciato il guanto di sfida. Consultando infatti il Codice Cavalleresco Italiano di Jacopo Gelli (1858-1935) si legge che se un duellante non si presentava all’incontro dopo aver lanciato la sfida, perdeva automaticamente la reputazione in società. Immaginate d’Aartagnan che invece di recarsi personalmente alle 15.00 a duello dietro il convento dei Carmelitani scalzi, delegava invece un tizio, che a sua volta ne delegava un altro, il quale a sua volta parlava dall’alto di una finestra? Certamente chiedere un’incontro dal mediatore, non è la stessa cosa che affrontare una sfida a duello, ma di certo in entrambi i casi conta l’importanza di presentarsi puntualmente di persona, per il rispetto dell’avversario, per non parlare del fatto che (secondo il GALATEO-serie aggiornata) di cui il sito www.galateoaggiornato.it non presentarsi è stato inoltre un atto di gravissima maleducazione. Come il sig. Severino, anche lo studio Caridi di Soverato è stato mancante, esso infatti osservando le buone maniere, avrebbe dovuto almeno avvisare che nessuno di loro sarebbe stato presente fisicamente in quella sede. Sapendolo anche il barone Gallelli probabilmente si sarebbe volentieri collegato da remoto, risparmiandosi la perdita di tempo, il rinvio di appuntamenti più importanti, nonchè il pensiero di arrivare fino a Davoli, per non parlare del di lui avvocato, che giungeva invece da ancor più lontano, cioè da Catanzaro. Una scortese e imbarazzante mancanza, anche nei confronti dello stesso mediatore avv. Luca Procopio (che ha ospitato la mediazione a Davoli). Inoltre a causa dell’assenza fisica del Presidente dell’Unione dei Comuni del Versane Ionico Francesco Severino (stipendiato con soldi pubblici) e del suo legale rappresentante, la comunicazione verbale da remoto non è stata chiara, dato che la voce dell’avv. Guida andava e veniva, e la scarsa connessione sovente bloccava le immagini, e le parole a tratti prive di audio la facevano assomigliare più ad un pesce che boccheggiava in un ampolla d’acqua, anzichè l’avvocato subalterno al titolare di uno studio legale (come dimostra il fatto che lo studio legale si chiama Caridi e non Guida). Naturalmente la mediazione tra il barone di Badolato e l’Unione dei Comuni del Versante Ionico è fallita, il che è preludio ad un’azione civile da parte dell’Unione dei Comuni con richiesta risarcimento danni, alla quale ovviamente seguirà una riconvenzionale da parte dei legali del barone Gallelli (veduto il fatto che è invece proprio il barone fin ora ad aver vinto la prima battaglia contro l’Unione dei Comuni, quando l’11 04.2022 i suoi commercialisti vincevano appunto il ricorso tributario sulle cartelle pazze emanate contro di lui proprio dall’ente, attraverso la firma di un loro impiegato che è genero di un Boss di ndrangjeta, che ha taglieggiato i Gallelli di Badolato per 20 anni). Poichè dunque l’Unione dei Comuni, non ha mai risarcito le spese legali ingiustamente sostenute dai baroni di Badolato per il predetto ricorso tributario, con la riconvenzionale i baroni Gallelli possono giusto bene ottenere il risarcimento del danno che spetta loro, più gli interessi. La vicenda tra il barone di Badolato e l’Unione dei Comuni del Versante Ionico, ha avuto inizio il 2 aprile 2022 scorso con la ricezione da parte del protocollo dell’ente della pec con cui il barone Gallelli comunicava all’Unione di aver presentato alla Procura della Repubblica di Catanzaro una denuncia per abuso di ufficio e stalking nei confronti del dipendente Vincenzo Larocca, il quale in qualità di responsabile del servizio tributi (senza essere in possesso di alcun tipo di laurea, men che meno in economia e commercio o gestione d’impresa) inviava al barone di Badolato «diverse cartelle pazze, con cifre che si aggiravano ogni volta dalle 8mila alle 13mila euro, relative a presunte tasse sulla Tari e sull’acqua, senza inoltre corretto criterio di calcolo, e come se non bastasse alcune delle quali notoriamente prescritte». Con la stessa pec, il barone Gallelli chiedeva contestualmente di conoscere i criteri di calcolo coi quali venivano determinate le tasse, e i provvedimenti che l’ente intendeva adottare al riguardo (senza però ricevere risposta). Infine con una spesa di euro 900 più le parcelle dei commercialisti, i baroni di Badolato in data 11.04.2022 vincevano il ricorso tributario proprio su alcune “cartelle pazze” emanate dall’Unione dei Comuni del Versante Ionico, il quale nemmeno rimborsava le ingiuste spese sostenute dai baroni. In conclusione l’ente (come uno stato medioevale) di fatto emette tutte le cartelle errate che vuole, senza però rimborsare alcun ricorso tributario perso, generando così un grave danno alle tasche dei contribuenti. Vale infine la pena di riflettere sul fatto che il Vincenzo Larocca (responsabile tributi di codesto ente) è genero del boss d’ndrangheta Vincenzo Gallelli-macineju, attualmente recluso, nonchè fratello del geometra Francesco Larocca (quest’ultimo paradossalmente impiegato presso la Regione Calabria, e condannato insieme ad altri in primo e secondo grado proprio per estorsione nei confronti dei baroni Gallelli, alla luce dell’operazione Pietranera del 07.12.2017 a firma del Procutratore Nicola Gratteri). Veduta la singolarità della vicenda, la stessa è stata nuovamente segnalata a: - Presidenza della Repubblica Italiana. - Presidenza del Consiglio dei Ministri. - Ministero dell’Interno -Presidenza della Regione Calabria -Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. Fonte: atti dell’istituto di conciliazione di Davoli.

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